Cercare di parlare di Tokyo e/o consigliare alcuni posti da vedere in un solo post è praticamente impossibile. Se volessi descriverla con poche parole potrei dire che è enorme, mutevole, coloratissima e inaspettata. Come del resto tutto il Giappone, anche Tokyo cambia velocemente; puoi passare dalla folla incredibile di Shibuya alla calma quasi provinciale di Musashino: il tutto con 20 minuti di metro.
I quartieri, anzi le prefetture, sono tantissime, alcune davvero molto diverse tra loro, e decidere tra queste quale andare a visitare è stata un’impresa nella quale ci siamo riusciti fino ad un certo punto. Ma, nonostante durante il viaggio abbia spesso consultato la Lonely Planet, fatta davvero molto bene e particolarmente utile, mi sono essenzialmente lasciata guidare dal “caso” e dall’istinto. È il mio modo di viaggiare. Per quanto provi a fare a un itinerario di massima da seguire, puntualmente poi lo stravolgo. Amo perdermi tra le stradine dei quartieri, scendere un po’ a caso alle fermate della metro e visitare luoghi di cui non avevo neanche sentito parlare. D’altronde il Giappone è paese che per questo si presta benissimo… ha talmente tanto da offrire che non vorresti mai rientrare in albergo.
Per quanto il primo giorno la metro ci sembrasse qualcosa di assolutamente incomprensibile e ingestibile, in realtà muoversi con i mezzi a Tokyo è abbastanza semplice. Tutto è perfettamente collegato, potete andare da un capo all’altro della città senza nessun tipo di problema.
Durante i giorni nella grande metropoli abbiamo visitato Akihabara: un must per chi ama manga e anime, videogiochi e tutto ciò che è elettronica. Chiamato anche Electronic Town, Akihabara è un tripudio di luci, cosplay, sale giochi, enormi centri commerciali dove comprare oggetti elettronici, maid bar e neko bar.
Esci dalla stazione e ti senti catapultato letteralmente dentro un videogioco o un anime, giri per le stradine e suoni e luci ti arrivano da tutte le parti, le sale giochi si sviluppano sempre su più piani per un palazzo intero, almeno 6/7 piani; i centri commerciali fanno quasi paura per quanto sono grandi.
Interi piani dedicati solo alla fotografia o ai dispositivi mobile o ai pc; se cercate un qualsiasi oggetto elettronico qui lo troverete e fate anche attenzione ai banchi dell’usato perché molto spesso si trovano delle grandissime occasioni! Anche perché l’usato dei giapponesi è praticamente come nuovo.
Ad Akihabara si trova inoltre “Super Potato”: un meraviglioso negozio di retro video game e retro video arcade. Una cosa incredibile! Se siete dei grandi giocatori non potete mancare questo posto, sembra di essere in un museo del videogioco; trovate di tutto: dalle singole cartucce alle console ormai dimenticate.
Altra tappa è stata Kappabashi, una grande via dove è possibile trovare qualsiasi cosa, ma davvero qualsiasi cosa, abbiate bisogno per la cucina e la ristorazione.
Dai famosi coltelli giapponesi, ad ogni tipo di piattino, ciotola, tazza, teiera in ceramica, fino ad arrivare ai tantissimi cibi finti di plastica che normalmente si trovano esposti nelle vetrine dei ristoranti. Sushi, udon, verdure, dolci; troverete qualsiasi cosa!
Chi mi conosce sa quanto amo la cucina giapponese e quanto adoro prepararla a casa.. quindi è facile intuire che sono tornata a casa con tante belle ciotoline, tazze, bacchette e molto altro:D
Un’altra meta è stata Shibuya, il quartiere tanto famoso per il suo grande, anzi enorme, incrocio stradale che continuamente viene attraversato da una così grande mole di gente che se non lo si vede non lo si riesce ad immaginare. È il quartiere della moda, del fashion soprattutto adolescenziale, dove ragazze e ragazzi vengono a fare shopping nei famosi centri commerciali “109”. Palazzi di oltre 10 piani pieni zeppi di negozi.
Se cercate qualcosa di particolare da comprare dovete venire qui. O meglio, particolare per noi, perché per loro è normalissimo; come ad esempio le calze che simulano tatuaggi sulle gambe, oppure con vari ricami come quello meraviglioso del gatto all’altezza del ginocchio che davanti ha il muso e dietro ha la coda! E visto che ci siete, andate a cena da “Kaikaya by the sea”; un ristorante di pesce a dir poco fantastico! Uno dei pochi dove parlano davvero bene inglese; i camerieri sono simpaticissimi e hanno una grande selezione di sake. Da non perdere i rinomati Tuna Spare Ribs; “costolette” di tonno da leccarsi i baffi!
Un altro bel giro lo abbiamo fatto anche ad Asakusa, famosa per il tempio Sensō-ji, dove è possibile respirare un’atmosfera più tradizionale. Passeggiare lungo le stradine della via principale, entrare nei piccoli negozietti che vendono tessuti da appendere come quadri o da utilizzare come furoshiki per i vostri bento o le vostre borse, fermarsi a mangiare nei piccoli ristorantini tradizionali vi farà vivere un Giappone un po’ diverso dal solito; dove tutto è molto più rilassato.
Un’assaggio di tradizione se così si può dire; dove il tempo sembra avere un’altra forma.
Ed infine ci siamo messi a passeggiare un po’ qua e la dove capitava, scendendo a caso dalla metro, cercando di andar fuori dai classici itinerari turistici. E le sorprese non sono mancate! Come quella minuscola stradina a Shinjuku tutta illuminata da lanterne di ristoranti così piccoli da ospitare a volte anche solo 6 persone; dove si mangiano solo spiedini, di carne, dove con un po’ di fortuna e un po’ di intraprendenza siamo riusciti a passare una bellissima serata in compagnia dei proprietari e due clienti parlando un misto di italiano, inglese e giapponese!