Ritorno alle origini: viaggio in India zaino in spalla

Backpacking

Ho sempre viaggiato; è il ricordo maggiore che ho fin da piccola.  Ho viaggiato molto con i miei nonni al tempo delle scuole elementari: a giugno, finite le scuole, mi prendevano con loro per portarmi in Calabria e mi riportavano a Roma a settembre giusto in tempo per l’inizio dell’anno nuovo.

Ho viaggiato abbastanza anche con i miei genitori, fino ai 15/16 anni circa; settimane bianche, weekend fuori porta, il mio primo grande viaggio negli Stati Uniti di un mese, ancora le vacanze estive giù al mare in Calabria.

Ma soprattutto ho viaggiato tantissimo da sola. E ho cominciato molto presto a farlo. Sono sempre stata una ragazza con un grande desiderio di indipendenza e questo mia madre lo sa bene; probabilmente non dimenticherà mai i giorni e le notti che le ho fatto passare preoccupata perché a 17 anni ero già fuori di casa, una volta a Torino, una volta a Pescara, una volta in Olanda per partecipare ad un grande raduno internazionale di hackers. Ed ho sempre viaggiato molto leggera, nel mio zaino c’era l’indispensabile, un libro, un quaderno, e il mio inseparabile lettore cd (ai tempi andava tantissimo). La valigia o il trolley non sapevo neanche cosa fossero. Sono andata avanti così per anni, il sabato finite le lezioni di scuola alle 13 scappavo di corsa in stazione  per prendere il treno e raggiungere tutte quelle persone che la rete mi aveva dato e che volevo assolutamente incontrare.

Arrivò poi il giorno del mio compleanno di un anno che non ricordo con esattezza. Lavoravo già, ed ero già andata via di casa per vivere da sola. Avevo forse 23 anni e i miei genitori mi regalarono la mia prima valigia: una gloriosissima Samsonite gialla che ancora resiste alla grande facendo il suo sporco lavoro dopo aver viaggiato da Cuba all’India, al Giappone agli Stati Uniti e quasi tutta l’Italia e l’Europa. Mi sembrava enorme, bellissima e non vedevo l’ora di provarla! Abbandonai così il mio 40L e per tanti anni, fino a poche settimane fa, viaggiai solo con lei. Potevo portare e riportare di tutto e questo nel tempo, vuoi anche perché ero giovane, sola e indipendente anche economicamente, mi fece prendere quel brutto vizio di portare tante cose inutili. Vestiti  mai messi, bottiglie di creme e saponi assolutamente superflui, cose di cui non avevo bisogno.

Ma per quanto in alcuni periodi della vita, brevi o lunghi che siano, si possano modificare le proprie abitudini o prendere piccole “deviazioni”; quella che è la tua vera natura per fortuna non la puoi mai cambiare del tutto.

Così dopo averci pensato su, nemmeno troppo a dire il vero, durante il mio ritorno dalla Finlandia ho deciso per questo mio secondo viaggio in India di fare un ritorno alle origini, alle mie origini: andarci zaino in spalla :)

Ho comprato uno zaino nuovo, un bellissimo 50+10litri che mi accompagnerà, tra 10 giorni, per un mese intero in India. Viaggerò leggera come un tempo; perché per me viaggiare zaino in spalla significa proprio viaggiare leggeri in tutti i sensi. Non è solo una questione di peso che porti sulle spalle; sei libero, puoi muoverti più agilmente con la tua casa del momento li sulle tue spalle. È un concetto un po’ difficile da spiegare a parole.

E poi, diciamolo, l’India è un paese da visitare così. Se si ha davvero intenzione di muoversi, di vivere l’India con tutti suoi colori, odori, situazioni assurde che non potresti mai immaginare, gli alberghi improponibili, i tuk tuk che sfrecciano per le strade; lo zaino è senza dubbio il bagaglio più comodo che ci si possa portare.

A meno che non avete voglia di uno quei viaggi all inclusive nei resort al mare.. ma allora non stiamo parlando della stessa cosa, e non me ne vogliate, abbiamo due concetti molto diversi della parola viaggio :)

Manca poco più di una settimana e io non vedo l’ora di finire di riempire il mio zaino e prendere il volo direzione Mumbai! Cercherò di raccontare qui sul blog, e non solo, cosa l’India quest’anno ha in serbo per me. Ma un po’ ormai la conosco.. e so che potrebbe farmi parlare tanto oppure tenermi in silenzio anche per giorni.

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